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Sei in /Rubriche/La Locandina/LA LOCANDINA 2013/3^ Domenica del tempo ordinario - 2013 (C)

Il progetto della liberazione dell'uomo, di tutti gli uomini

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il Vangelo ci mette davanti alla missione di Gesù come liberazione degli oppressi. Una missione che Cristo ha certamente adempiuto e continua ad adempiere, come conferma Paolo, che lapidariamente scrive ai Galati: «Per la libertà Cristo ci ha liberati» (tē eleutherìa ēmas Christòs ēleuthérōsen, cf. 5,1). Le domande che affiorano sono due, anche se tra loro collegate: di quali oppressi si tratta e di quali forme d'oppressione soffrono gli uomini di oggi? Cominciando dalla prima, si può rispondere che attraverso la rivelazione di Gesù, già emersa nelle domeniche precedenti, sappiamo che gli oppressi sono tutti coloro che soffrono di qualche impedimento, a qualsiasi livello, a realizzare ed esprimere la loro dignità di figli di Dio. E quanto alla seconda domanda, le forme oppressive di cui molti soffrono ancora oggi, sono le privazioni oltre che spirituali, anche materiali, economiche, culturali, morali e, in genere, sociali. È a queste forme complessive di privazione antropologica (riguardante, cioè, la realtà umana in quanto tale), che fa riferimento il testo di Isaia (cap. 61) letto nella sinagoga di Nazareth da Gesù, il quale, colmo di Spirito Santo, proclama di essere stato consacrato per realizzare pienamente il progetto della liberazione di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. Egli realizza così la missione del Messia, annunciando la gioia agli infelici e la fine di ogni forma oppressiva dell'uomo sull'uomo. È una missione che coinvolge anche i suoi discepoli e tutti noi. Giacché l'intero popolo di Dio, e noi in esso, abbiamo da adempiere un compito messianico.

PREGHIERA
La lieta notizia, sì l'evangelo, risuona ancora in questo mondo
ed è il cuore del Tuo messaggio.
Tu dici, Gesù: «Sono venuto per i poveri e gli oppressi,
i peccatori e gli infelici!».
Ma chiami anche intorno a Te uomini e donne da ogni dove
che abbiano lo stesso Tuo anelito
e vogliano presto incendiare di libertà
sia il cuore sia il mondo che abitiamo...
Eppure c'è sempre una sinagoga a cui dover parlare
leggendo le Scritture troppo spesso
citate solo per le proprie convenienze.
Ci sarebbe davvero da scoraggiarsi...
Ma la Tua parola riesce ancora oggi a superare pregiudizi e barriere.
E a noi fa vincere scoramenti rassegnati e sterili lamenti..
Lo sappiamo e vogliamo prenderne atto:
Tu ci liberi anche da questa frustrazione, la peggiore di tutte,
che, in nome di un'esperienza ascoltata o vissuta,
rende anche noi prigionieri, facendoci restare nell'inedia.
Ti seguiremo allora con rinnovata convinzione
per proclamare che Tu ci hai liberati e che liberi ogni uomo
perché restiamo sempre liberi! Liberi di vivere e d'amare. (GM/27/01/13)

Libro di Neemìa (8,2-10) - In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d'intendere; tutto il popolo tendeva l'orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

Vangelo secondo Luca (1,1-4;4,14-21) - Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

26/01/2013
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Gesù appare nell’atto di leggere un rotolo
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